il merlo oggi è più curioso e cerca lontano dal nido

7 gennaio 2011

Casette, belle casette: i pro e i contro

casa-dellacqua-inzago

Bé, grazie davvero Luigi (e Bruno e gli altri commentatori). In effetti la casetta dell’acqua merita qualche indagine in più.

L’immagine di una graziosa casetta familiare in un plateatico dove sostare amabilmente e farsi quattro chiacchiere mentre s’imbottiglia la propria acqua, elargita refrigerata e gassata bell’e pronta dal nostro comune... ha un ché di idillico ed eco sostenibile che... pare impossibile possa accadere in questa società consumistica e corrotta dove il business e gli interessi personali la fanno da padroni in barba a tutti...
Qui... gatta (brrr!) ci cova...

missimpo - topolino Sì, in effetti questo costume italiano del fare tutto un po’ alla “chetichella” per evitare vincoli e laccioli di burocrati, enti e autorità varie, questo comunicare il meno e il più tardi possibile, per evitare pettegolezzi e illazioni o qualche critica gratuita fastidiosella, porta spesso la cittadinanza “in tutt’altre faccende affaccendata” a scoprire le cose quando queste sono quasi bell’e fatte, o per lo meno decise e siglate (anche se devo riconoscere che qui a Mariana la comunicazione alla cittadinanza mi pare sempre più frequente tramite inserti e dettagli pubblicati su La Torre; l’affissione più puntuale della pubblicità del giorno delle riunioni di Consiglio - ahimè non troppo affollate dal pubblico...; e il sito comunale, collegato al lento e macchinoso link esterno dell’Albo Pretorio!...).
 
Ne avranno discusso, avranno vagliato bene i pro e i contro? L’interrogativo rimane aperto e dietro l’angolo, pronto ad aprirsi quando un comune cittadino provi un poco a riflettere e darsi da fare per reperire informazioni a destra e a manca, per farsi un idea più completa possibile.
 
In effetti è vero che di queste casette dell’acqua non si è parlato sempre e proprio in positivo. Qualche svantaggetto, in effetti, lo porterebbero.
 
I vantaggi balzano all’occhio e sono quelli facilmente intuibili:
 
A(1). Poste in luoghi pubblici comunali, le casette dell’acqua educano e sensibilizzano i cittadini all’uso dell’acqua di rubinetto di rete e a sprecare meno acqua. Interessante è lo slogan che ho letto in un articolo: “acqua, bene comune”, che concentra in sé molti concetti (acqua come bene collettivo e pubblico e come tale disponibile di diritto per tutti , ma come bene prezioso e da non sprecare, da prelevare con cura e con coscienza ecologica, tramite il riutilizzo dei contenitori).
 
B(1). Riduzione del volume delle bottiglie di plastica da riciclare (riutilizzo per molte volte del medesimo recipiente), riducendo conseguentemente la richiesta e la produzione di nuove bottigliette, risparmiando petrolio e diminuendo sensibilmente le emissioni in atmosfera.
 
C. Occasione di socializzazione e riacquisizione di spazi pubblici. Nonostante l’esigenza sia un po’ più avvertita nei grossi centri, rispetto ai piccoli comuni rurali come il nostro, dobbiamo pur ammettere che l’homo sapiens moderno vive in auto per spostarsi fra casa-lavoro-centri commerciali. La passeggiata e lo starsene in panchina in piazza è diventata un po’ “roba d’altri tempi”, oppure un’esclusiva di turisti a zonzo o gioventù che si ritrova per decidere in che locale trascorrere la serata. vignetta_acqua Africa
Non ditemi, vi prego, che d’inverno fa toppo freddo e che d’estate fa troppo caldo, o che le zanzare vi danno fastidio... Il filòs è sempre esistito, e addirittura si praticava nelle stalle, luoghi non sempre così asettici e confortevoli. D’ora in avanti  si farà una bella pedalata in più a riempire il proprio bel canestrino d’acqua. Via dalle stalle.. tutti alle fontane! Pensate ai portatori d’acqua africani che devono marciare giornalmente a piedi per tanti Km...
 
D. Altri vantaggi sono invece piuttosto relativi, come quello del risparmio del costo della bottiglia d’acqua o del risparmio di carburante dei famosi “tir” su strada. Il costo di una bottiglia d’acqua è infatti piuttosto esiguo e, tra l’altro, lo si potrebbe evitare ulteriormente semplicemente prelevando l’acqua dal rubinetto con una brocca per farla decantare pochi minuti e lasciar evaporare il cloro. Quanto ai tir... questi non arrivano fino a Mariana. Tutt’al più qualche camioncino che trasporta l’acqua ai negozi alimentari, ma, se sparisce l’acqua, i camioncini viaggiano ugualmente perché devono fornire altre provvigioni. Di fatto faremo fermare i pochi furgoncini che ancora sopravvivono con la distribuzione di cassette di acqua (in bottiglie di vetro riutilizzabili); ma forse circoleranno lo stesso per fornire altre bibite o altre merci. Uno deve pure lavorare pe’ campà.
 
E. Faremo un viaggio a parte per le bottiglie pesanti dell’acqua, così eviteremo che le nuove e fragilissime borse in “eco-plastica” si sciolgano letteralmente per il peso facendo rovinare a terra anche tutto il resto della spesa.
 
F. Sarà un’occasione per chiudere le inutilizzate fontanelle d’antica data che sprecano ed erogano acqua anche quando non serve e per ottenere acqua fresca e persino gassata, microfiltrata e controllata. E’ vero che si pubblicizzano già metodi spicci per gassare l’acqua di casa applicando un marchingegno direttamente al rubinetto, ma nella casetta, con l’ausilio di filtri e di revisioni periodiche pubbliche controllate, saremo più sicuri rispetto al fai-da te. Non è detto, infatti, che i filtri e i macchinari domestici non richiedano manutenzione, e non è del tutto vero che l’acqua del rubinetto sia sempre così ottimale e perfetta alla fonte .
 
G. La perdita di lavoro dei trasportatori di acqua e relativo indotto verrà compensata dall’aumento di richiesta di macchinari e parti di ricambio per depuratori ed erogatori idrici, oltre che di tecnici e addetti specializzati.
 
Gli svantaggi e le cose poco chiare sono, d’altro canto, meno evidenti ma reali:
 
aato A(2). Questa famigerata neonata associazione ATO(3) esce di recente dai propri compiti di gestione e controllo delle infrastrutture idriche per lanciarsi in un nuovo business legato alle casette dell’acqua. Poco chiaro è il giro di relazioni e conoscenze/interessi fra i membri del consiglio d’amministrazione, i gestori delle aziende di manutenzione e gli imprenditori e gli investitori di capitale che orbitano attorno a Logica srl, un’azienda di comodo, appena creata appositamente dall’Ato stessa per gestire l’appalto delle casette.
 
B(4). In un recentissimo articolo del 30 dicembre, sulla Gazzetta di Mantova, si era ancora in attesa che Logica srl portasse le carte che attestano il possesso dell'esclusiva del brevetto "Meckawi" per l'erogazione dell'acqua dalle casette, che giustificherebbe l'affidamento diretto per 600mila euro da parte di Ato, senza nemmeno lo svolgimento di una gara. Ciò nonostante, una ventina di comuni hanno già firmato la convenzione con l’Ato “sulla fiducia”. Solo al 31 dicembre, ultimo giorno utile per chiarire, Zani, l’imprenditore/consigliere di Ato e Logica confermava di possedere l'esclusiva delle casette dell'acqua per le provincie di Mantova, Roma e Latina. Inoltre rivendicava, a sua discolpa, che nessuno dei presenti in assemblea e nessun sindaco ha mai posto né repliche né domande... E’ bello fidarsi gli uni degli altri come fratelli!
 
C(5). Purtroppo non sono riuscito a linkarmi all’articolo di ciò che dice Valerio Ghizzi a proposito delle casette e delle sue condizioni d’appalto, né, tanto meno, sono riuscito a reperire la delibera di Giunta n° 81, in quando non disponibile presso l’albo Pretorio del sito (bella l’informatica è?).
Però ho trovato qualche altro accenno e articolo che mi conferma ciò che mi scrive Bruno, ovvero quanto questo servizio di erogazione “gratuito” sia in realtà molto oneroso per il comune (e quindi per tutti i cittadini).
--costi d’installazione elevati (ca. 20./50.000 €)
--allacciamenti alimentazione elettrica/idrica, scarico e allacciamento alla rete fognaria
--concessione di spazio pubblicitario gratuito sulle pareti della casetta stessa.
In compenso l’azienda Logica srl “offre” il brevetto per l’uso di tutto questo macchinario formato casetparticolare casetta Frosinoneta, e una gradita  manutenzione per circa due anni, a patto che il comune garantisca un’erogazione gratuita dell’acqua alla cittadinanza. Dopodiché? Forse si provvederà a una qualche minima procedura di controllo e rimborso costi per i prossimi anni di manutenzione interamente a carico del comune. In altre zone (1,6) si è provveduto, per progetti analoghi, all’erogazione di tessere a pagamento, e/o di limitazione di orari nell’erogazione dell’acqua.
 
D. Al capitolo spese andrà aggiunto anche quello, forse minore, dei costi di refrigerazione e gassatura, oltre a quello della sorveglianza degli impianti. Se infatti la “gassatura” pare un’esigenza sacrosanta, al punto che spesso si ricorre all’acqua in bottiglia proprio per quel motivo (la bustina “frizzina” è oramai da museo e non piace più), quella della refrigerazione è piuttosto “accessoria” ma non indispensabile. Di fatto servirebbe solo per 2/3 mesi d’estate ed esclusivamente per il consumo immediato; per il resto ognuno porterà a casa le proprie bottiglie e le conserverà nel frigorifero, per il quale già provvede a pagare il consumo di corrente.
Anche in un paesino come il nostro, infine, non ci si dovrà esimere dal provvedere ad un minimo sistema sorveglianza e sicurezza per proteggere la casetta da furti/atti vandalici.
 
 
Questi, insomma, grosso modo, i pro e i contro principali, che ciascuno dovrà pesare sul piatto della propria bilancia di pensiero. Certo è che nulla è davvero “gratuito”, tanto più le idee “ecologiche”, che devono compensare con maggiori sacrifici iniziali i vantaggi promessi nel tempo, che spesso non sono così evidenti ed immediati.
gatto-e-topo Il punto è: vale davvero la pena? E’ un obiettivo importante e prioritario? Si è davvero discusso e dibattuto su costi/benefici? Si è valutata con attenzione la disponibilità delle risorse e loro copertura? Si è cercato un progetto valido alternativo(6) o ci si è accodati ad un “pacchetto preconfezionato”?
Se sì, vale la pena “fidarsi” e lasciar fare ai consorzi e ai comuni, senza perdersi in un “bicchier d’acqua” di sterili polemiche paralizzanti, se no... dalle stanze della Torre (né dal “potere” in carica, né dall’”avanguardia d’opposizione” , come in effetti fa notare Trallallà) non ci è dato di sapere.
 
Se tutti questi svantaggi ed oneri a carico del cittadino non fossero stati davvero attentamente valutati, meglio sarebbe lasciar perdere tutte ‘ste casette e andà ala vécia!...
 
il merlo
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1- link
2- link
3- L’ATO = Autorità dell’Ambito Territoriale Ottimale (link) è nata nel 2008.
4- art. 18 dic. 2010: link; art. 30 dic. 2010: link; altri articoli sono seguiti di recente (segnalati dai nostri stessi commentatori del blog).
5- link;
link (commenti di “Luigi”, “Bruno” e seguenti)
6- come, ad esempio, fra i molti, Amiacque srl per l’ATO di Milano: link